Braccio robotico industriale: com’è composto e dove viene usato

Braccio robotico industriale

Scopri la composizione dei robot industriali e i loro campi di applicazione

Lavori nell’industria e stai pensando di introdurre uno o più robot nella tua azienda?

Se stai valutando una simile opzione, è probabile che ti stia informando scrupolosamente su quali siano i robot più adatti alle tue necessità lavorative per conoscerne le caratteristiche e pesare l’impatto che avrebbero sulla produttività.

In questo articolo scoprirai quali sono le parti che compongono un braccio robotico industriale e in quali settori potresti sfruttarne le potenzialità.

Come è fatto il braccio robotico di un robot industriale antropomorfo?

Nel mondo della robotica industriale esistono svariati tipi di robot, ognuno con delle caratteristiche ben precise. All’interno della classificazione dei robot industriali, uno dei modelli più utilizzati è senza dubbio il robot antropomorfo.

Questa tipologia di macchina robotizzata viene impiegata in molti settori in virtù della sua flessibilità, che gli consente di effettuare vari movimenti, e della sua capacità di carico. Ma come si presenta un robot antropomorfo? Beh, come lascia intuire il nome, questo modello di robot riprende l’aspetto umano, nello specifico del braccio.

Non a caso, un altro nome con cui si è soliti definirlo, è ‘braccio robotico’. Sotto l’aspetto del grado di libertà di movimento, il suo dominio è totale rispetto ai modelli SCARA, cartesiani e DELTA, di cui parlo dettagliatamente nell’articolo Tipi di robot industriali: ecco quali sono“.

Ma vediamo quanti assi ha un robot industriale antropomorfo e quali parti lo compongono.

Gli assi di un robot industriale possono variare in funzione del lavoro da svolgere: la quantità minima di assi è di due unità, ma i robot più flessibili sono quelli a sei o a otto assi, poiché riescono a emulare alla perfezione i movimenti del braccio umano.

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Le articolazioni che compongono un braccio robotico e ne determinano la capacità di movimento non sono i suoi unici elementi: oltre agli assi di rotazione, nel macchinario sono presenti:

  • una base (generalmente rotante);
  • i componenti software;
  • uno strumento da presa all’estremità dell’ultimo asse;
  • i sensori;
  • gli attuatori;
  • i sistemi di visione e di alimentazione.

In quali settori viene utilizzato questo tipo di robot industriale?

Come ti ho precedentemente fatto notare, i robot appartenenti a questa categoria sono i più diffusi nel mondo dell’industria. Questo non deve stupirti, dato che essi rappresentano l’unione delle caratteristiche più richieste in diversi settori.

Quanti assi ha un robot industriale

Il primo robot antropomorfo a essere inserito in una catena di montaggio fu l’Unimate, un modello elementare che la General Motors decise di acquistare per automatizzare la saldatura delle componenti metalliche sulla carrozzeria delle automobili.

Da allora, però, la robotica ha compiuto passi da gigante e, al giorno d’oggi, i robot antropomorfi vengono utilizzati per:

  • la saldatura, appunto;
  • il trasporto dei materiali;
  • la palletizzazione;
  • la raccolta e il posizionamento;
  • l’ispezione;
  • la finitura dei metalli.

Inutile dire che queste mansioni, nella maggior parte dei casi pericolose e logoranti per l’uomo, fanno parte dei processi lavorativi quotidiani in svariati campi di applicazione, dall’automotive alla nautica, dall’aeronautica all’alimentare; e, naturalmente, nella fonderia.

Così, il braccio robotico aiuta nella lavorazione dei metalli

Se sei impegnato in questo importantissimo settore, probabilmente sai bene quanti problemi possano presentarsi nelle varie fasi della filiera produttiva, in particolare in quella di finitura dei metalli. Perfezionare i componenti metallici prodotti mediante la fusione è fondamentale, e adoperare una tecnica antiquata come quella della sbavatura manuale impedisce categoricamente di incrementare la produttività.

Ormai, con l’introduzione del concetto di Industria 4.0, lasciare che siano gli operai a occuparsi di operazioni come il taglio delle materozze e l’eliminazione delle bave di colata, degli spigoli e di altre imperfezioni superficiali, non rappresenta solamente una limitazione, ma un vero e proprio danno.

Anche l’operatore più zelante, disponendo delle migliori strumentazioni, non sarà mai in grado di assicurare tempi ciclo sempre uguali, qualità ineccepibile e prodotti in serie perfettamente uguali tra loro. Un lavoro ripetitivo a ritmi forsennati porta inevitabilmente a cali fisiologici durante un turno e, quando concentrazione e lucidità vengono meno, l’errore è praticamente una certezza.

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E come pensi che possano reagire i clienti davanti alla proposta di un tuo concorrente che offre loro maggiori garanzie circa le tempistiche e la qualità? Esatto, verosimilmente ti abbandoneranno.

Certo, a meno che tu non ti metta nelle condizioni di garantir loro risultati impeccabili. Con l’automazione della sbavatura e finitura dei metalli potrai regolarizzare i tempi ciclo di produzione: il braccio robotico, infatti, segue le impostazioni dei software, realizzando un numero di finiture in un intervallo di tempo predefinito.

E la cosa buona della sbavatura robotizzata è che tutti i pezzi rifiniti durante un ciclo lavorativo presenteranno le medesime caratteristiche, senza errori o imprecisioni. Questo ti consentirà in un solo colpo di incrementare la produzione, migliorare la qualità del lavoro e innalzare i livelli di sicurezza all’interno della tua fonderia.

In conclusione

Se stai pensando di ricorrere alla robotica industriale per fonderia, noi di Trebi possiamo aiutarti.

La nostra azienda vanta più di un trentennio di esperienza nella progettazione e realizzazione di macchine da sbavatura per fonderia robotizzate, e i nostri ultimi modelli di isola robotizzata rappresentano il meglio che tu possa trovare in quanto ad affidabilità, flessibilità e sicurezza.

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Autore: Roberto

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