La stagnatura a caldo: tutto quello che c’è da sapere
Ecco a cosa serve e come avviene questo trattamento industriale sui metalli
Se lavori nel settore della fonderia è probabile che tu voglia migliorare l’assetto lavorativo della tua azienda, magari perfezionando qualche procedura o introducendone una nuova. Prima di prendere qualunque decisione, però, immagino tu voglia informarti su quale potrebbe essere la soluzione ideale per te.
In questo articolo ti parlerò di un trattamento superficiale molto richiesto in vari ambiti (la stagnatura) e ti spiegherò come attrezzarti per preparare al meglio i metalli a questa operazione.
Stagnatura a caldo: cos’è?
La produzione di oggetti metallici prevede una serie di lavorazioni post fusione, tutte necessarie a dar loro un aspetto e delle proprietà particolari. Esistono vari trattamenti superficiali applicabili ai componenti metallici per creare uno strato protettivo dagli agenti atmosferici e dalla corrosione.
I più diffusi sono:
- la zincatura;
- la ramatura;
- la cromatura;
- la stagnatura.
Ed è proprio di quest’ultima lavorazione che voglio soffermarmi, in particolare su quella a caldo. L’applicazione di uno strato di stagno sulla superficie di un oggetto metallico può essere galvanica, elettrolitica oppure termica. Nei primi due casi il trattamento avviene per immersione mettendo a bagno l’oggetto nello stagno.
La stagnatura a caldo, come dice il termine stesso, avviene mediante l’apporto di calore. Una volta portato il metallo da stagnare a una temperatura di scambio sufficiente a fondere lo stagno puro, questo può essere applicato e – una volta sciolto – distribuito in maniera uniforme sulla superficie dell’oggetto.
Leggi anche: Manutenzione predittiva: cos’è e a cosa serve
In alternativa, è possibile utilizzare un amalgama pastoso ad altissima concentrazione di stagno: in tal caso, dopo l’applicazione sulla superficie interessata con l’aiuto di un pennello, è necessario raggiungere la temperatura di fusione dello stagno (231°C) con un saldatore, una pistola termica o un forno.
Su quali metalli si esegue il trattamento di stagnatura
La scelta del metodo di stagnatura ideale dipende indubbiamente dalla forma e dalla dimensione dell’oggetto da trattare. Questa procedura è molto richiesta sia nel settore alimentare (pensa alle pentole in rame e agli utensili da cucina) sia in quello elettronico (giunzioni, contatti elettrici, e via dicendo).
Anche in ambito meccanico, però, il trattamento di stagnatura trova vari campi di applicazione, specialmente nel rivestimento di viti, bulloneria, barre e staffe.
Naturalmente, per una questione di legami e proprietà chimico fisiche, non tutti i metalli e le leghe possono essere soggetti a stagnatura. Quelli sui quali è utilizzata più frequentemente questa operazione sono:
- la ghisa;
- il ferro;
- l’ottone;
- l’alluminio;
- la zama;
- il bronzo;
- il rame;
- l’alpacca.
Tutti questi materiali vengono sottoposti a un trattamento di stagnatura sia per motivi estetici, dato che lo stagno dona un aspetto lucido e argenteo, sia per motivi funzionali; la pellicola protettiva di stagno, infatti, annulla la porosità della superficie e crea una barriera efficace contro l’umidità, il caldo e l’usura.
Perché è importante rifinire i pezzi metallici a dovere prima della stagnatura
L’applicazione di uno strato metallico supplementare a un componente metallico è uno degli ultimi trattamenti da eseguire. Affinché il risultato di questa operazione sia ottimale è fondamentale che i processi di finitura e sbavatura siano stati precedentemente eseguiti al meglio.
I pezzi, infatti, prima di essere sottoposti a stagnatura o a qualsiasi altra applicazione superficiale, devono essere privati di tutte le imperfezioni e impurità. Il modo migliore per preparare i metalli a questo passaggio è provvedere alla sbavatura con i robot.
Leggi anche: Processo di elettrolucidatura: cos’è e come avviene
L’automazione della finitura e sbavatura dei metalli consente di rimuovere adeguatamente le bave, gli spigoli e i residui chimici della fusione, donando alla superficie degli oggetti un aspetto regolare. La sbavatura robotizzata, inoltre, non include i limiti e i disagi di quella manuale, ovvero:
- imperfezioni e difetti;
- spreco di materiale;
- tempistiche incerte;
- rischi per i lavoratori.
Se nella tua fonderia non esegui trattamenti superficiali come la stagnatura, ricorrendo alla robotica industriale per fonderia potrai trarre dei vantaggi sostanziali anche in relazione a essi; oltre alla qualità generale decisamente superiore, potrai offrire ai tuoi clienti un prodotto pronto a ulteriori lavorazioni con la garanzia di poterle eseguire alle condizioni migliori.
In conclusione
Come avrai capito leggendo questo articolo, la stagnatura a caldo è una tecnica utile e spesso necessaria per svariati tipi di oggetti e di metalli. Ma, per poter provvedere a questo trattamento con la certezza di ottenere un risultato perfetto, è necessario portare a termine nel migliore dei modi le lavorazioni di finitura.
Noi di Trebi operiamo nel settore della robotica per fonderia da oltre trent’anni e siamo specializzati nella costruzione di isole robotizzate per la sbavatura. I nostri esperti sono disponibili a parlarti in maniera dettagliata dei vantaggi che otterrai se deciderai di introdurre i robot nella tua fonderia.
Autore: Roberto