Recinzioni isole robotizzate: tutto quello che c’è da sapere
Parliamo dei sistemi di protezione perimetrale per le macchine utensili automatizzate
Diciamoci la verità: i macchinari industriali sono come i bordi di un pozzo. Avvicinarsi troppo, nel momento sbagliato, può avere conseguenze letali. Basta un attimo di distrazione e ci si ritrova a cadere nel vuoto. A volte può andar bene (se il pozzo è poco profondo o pieno d’acqua), altre volte le conseguenze sono tragiche.
È per questo che, per garantire l’incolumità degli addetti ai lavori, occorre attenersi a scrupolose misure di sicurezza. In questo articolo mi concentrerò sulle recinzioni che delimitano le aree di lavoro in cui operano i robot e sul loro ruolo.
Robot e sicurezza: a cosa servono le recinzioni perimetrali
Nel mondo industriale vengono utilizzate svariate attrezzature, molte delle quali espongono gli operatori a rischi di vario genere. Anche per questo, nel settore dell’industria è necessario attenersi ai protocolli e alle certificazioni di sicurezza come in pochi altri.
I robot –come ben saprai – sono parte integrante dei cicli produttivi di tante fabbriche da decenni; in più, in seguito al lancio del piano Industria 4.0, il loro utilizzo ha conosciuto un’ulteriore crescita. L’automazione, infatti, è una delle tecnologie abilitanti del programma europeo che definisce le linee guida per la quarta rivoluzione industriale.
Uno degli aspetti più importanti legati alla sicurezza e ai robot è la presenza delle recinzioni perimetrali intorno all’area di lavoro da loro occupata. Parliamoci chiaro: quando un reparto di produzione è occupato da una o più isole robotizzate, gli operatori, o chiunque altro si ritrovi a circolare in prossimità dei bracci robotici in movimento, corrono un grosso rischio.
Per questo è fondamentale delimitare l’area in cui opera un robot antropomorfo. Come? Con una barriera che consenta al personale di svolgere le mansioni lavorative senza correre il rischio di entrare accidentalmente in contatto con esso e mettere a rischio la propria incolumità.
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Il compito principale delle recinzioni perimetrali, dunque, è impedire l’accesso o l’avvicinamento al raggio di movimento degli assi robotici mentre questi sono in movimento. Resta inteso che questa sorta di gabbia può essere “violata” a macchinari spenti per eseguire interventi di manutenzione o, semplicemente, per pulire l’area di lavoro.
Perché noi di Trebi realizziamo isole robotizzate chiuse
Per procedere all’inserimento di una o più isole robotizzate all’interno di una fabbrica occorre far riferimento a una normativa che stabilisce i parametri di progettazione delle protezioni perimetrali.
Tale normativa, la EN ISO 10218-2, evidenzia i requisiti delle barriere in base alla valutazione dei rischi per le persone, che possono variare a seconda del tipo di robot e del lavoro che svolge. Noi di Trebi conosciamo molto bene questo documento dato che ci occupiamo di robotica industriale per fonderia. Nello specifico, progettiamo e realizziamo isole per la sbavatura robotizzata.
Data la natura delle lavorazioni eseguite dai nostri robot, abbiamo deciso di concepire le isole robotizzate come delle vere e proprie cabine chiuse. Questo, per soddisfare requisiti di sicurezza che vanno ben oltre alla semplice distanza dall’area di lavoro.
Un’isola chiusa, infatti, impedisce la dispersione delle polveri sottili prodotte da lavorazioni come taglio delle microfusioni in acciaio, smerigliatura e carteggiatura di componenti in alluminio, acciaio e altri metalli. Un altro aspetto che contribuisce a migliorare l’ambiente di lavoro è l’isolamento acustico: un involucro di lamiera limita notevolmente i rumori prodotti dal robot e dagli utensili.
Inoltre, le nostre isole rispettano le direttive ATEX.
Non hai ancora un robot per la sbavatura? Scopri i suoi vantaggi
Se sei attivo nel settore della fonderia non hai ancora introdotto nella tua linea produttiva i robot, è importante che tu venga a conoscenza dei benefici che otterresti passando all’automazione della sbavatura e della finitura dei metalli.
Come ben saprai, la sbavatura manuale evidenzia limiti insormontabili. Gli operai, infatti, sono esposti a fattori fisiologici come l’errore umano, la stanchezza, lo stress, il logoramento fisico e la distrazione. Questo è un dato di fatto. Ciò che ne consegue è che, in una produzione in serie, i tempi ciclo non sono mai precisi e sono soggetti a fluttuazioni. Inoltre, la qualità dei componenti non può rispettare certi parametri, e le imprecisioni e i pezzi difettosi danno vita a ritardi, sprechi di materiale e di energia.
Senza considerare i rischi per la salute e l’incolumità degli operatori.
Ecco, le macchine da sbavatura per fonderia automatizzate consentono di regolarizzare e abbreviare le tempistiche di produzione, di annullare gli sprechi e di garantire ai clienti la realizzazione di componenti metallici identici tra loro.
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I robot – che, come abbiamo visto in precedenza, lavorano in spazi sicuri – seguono impostazioni predefinite e realizzano oggetti in serie senza variazioni di minutaggio e caratteristiche tecniche.
Aggiungo un’altra cosa: in un periodo in cui la concorrenza straniera a basso costo sta minacciando la sopravvivenza di molte aziende, optare per l’automazione in fonderia è un modo per allinearsi a un modello di industria moderno e produttivo.
In conclusione
La nostra azienda opera nel settore della robotica per fonderia da oltre trent’anni e fornisce soluzioni personalizzate per una vasta tipologia di clienti. Vuoi ricevere informazioni più dettagliate sui nostri robot e scoprire come possono migliorare la produttività della tua azienda?
Autore: Roberto